Edith Bruck Il pane perduto – 9 febbraio 2022

“Sono felice di incontrare giovani volti sorridenti e puliti, e mi dispiace che l’occasione sia per raccontare l’orrore, ma dovunque sono chiamata sarò sempre presente, perché nonostante la fatica ed il dolore lacerante di ricordi ancora “sanguinanti”, e che sono riuscita a controllare dopo molti anni, non posso dire di no, non posso fermarmi. È questo il mio dovere, è quello che ho promesso a coloro che sono stati annientati, devo andare avanti anche per loro . Per ogni ascolto, per ogni incontro io sono grata a voi, il vostro impegno mi consola di quel rifiuto dopo la fine della guerra, di quell’essere considerati “avanzi di vita” che non sapevano dove andare”. Queste sono state le parole con cui Edith Bruck, ha salutato gli alunni dell’istituto Carolina Poerio
presenti nell’auditorium della biblioteca provinciale La Magna Capitana di Foggia, mercoledì 9 febbraio 2022. L’iniziativa rientra nel progetto Ptof, “Io ti Ricordo” e nell’ attività di formazione del Pcto incentrata sulla lettura del libro Il pane perduto, da parte degli alunni della classe 4 AL dell’indirizzo linguistico, i quali hanno guidato il dialogo con Edith, attraverso domande e la lettura di alcuni versi tratti dal libro Tempi, nei quali Edith traspone in linguaggio poetico la sua esperienza di deportazione e non solo. L’incontro è stato moderato dalla responsabile della sezione didattica, dell’associazione Progetto Memoria, la prof.ssa Anna Esposito, la quale ha anche presentato il contenuto dell’opera. Dopo i saluti istituzionali, della direttrice della biblioteca La Magna Capitana, la dott.ssa Berardi, della prof.ssa Maria Gambatesa ,in rappresentanza della Dirigente dell’ufficio scolastico Territoriale e dell’intervento della dirigente scolastica del Poerio, dott.ssa Enza Maria Caldarella, la quale ha ringraziato la sig.ra Bruck per il dono della sua presenza che per tutta la comunità scolastica rappresenta un importante momento di riflessione e di crescita e lì presente per ascoltare ed accogliere con gratitudine le parole che Edith avrebbe condiviso, si è avviata una giornata ricca di emozione e commozione, che si è svolta attraverso un dialogo emotivamente coinvolgente tra gli alunni ed Edith ed introdotto con un omaggio musicale dalla splendida voce dell’alunna Rebecca Venafro, come saluto alla sopravvissuta, accompagnato
da immagini della storia degli ebrei ungheresi del periodo della guerra e dell’Ungheria di oggi che ne testimonia gli avvenimenti. Dal dialogo con i ragazzi, dai suoi scritti e dalla sua narrazione emerge una donna forte, una donna libera, che ha trovato la forza di elaborare l’esperienza della deportazione e della sua rinascita nell’azione liberatrice della scrittura, balsamo dell’anima, e che mentre narra la sua storia la rivive e ne ridefinisce i contorni, cogliendo con lucidità ed umanità il senso di quanto accaduto, il senso di comportamenti che l’avevano sempre ferita durante la sua infanzia e di cui oggi ne comprende appieno il significato, come, ad esempio, il poco affetto della madre, troppo impegnata a preoccuparsi di mettere il pane a tavola per i figli
o a rattoppare per giornate intere i loro poveri stracci in una povera casa di ebrei in un piccolo villaggio di contadini e nella quale non c’era tempo per la tenerezza. Però sarà proprio la “presenza” della madre ad essere luce e forza del suo cammino, sia nei momenti dell’annientamento che in tutta la sua vita fino all’oggi. Toccante è stata la commozione di Edith al ricordo del padre, amato con tenerezza di figlia, che tante volte avrebbe voluto consolare nei suoi momenti di silenzio, dietro i quali si celava sofferenza, senso di colpa, insicurezza. “ Oh, quante volte avrei voluto saltargli nel grembo chiuso, ma appena mi avvicinavo incrociava subito le gambe magre, incurvava la schiena giovane e nascondeva il bel volto chinando la testa sul tavolo, diventando impenetrabile” (Signora Auschwitz, pg 37)
Ciò che ci ha lasciato Edith è l’invito a fare Memoria di quello che è accaduto, perché “non possa accadere a nessun altro al mondo, di qualsiasi colore o fede sia” ed a non rinunciare a quell’umanità che si piega sul bisogno dell’altro, lo raccoglie e lo

A nome di Progetto Memoria e come referente del progetto ‘Leggiamo insieme un libro’, voglio esprimere il mio apprezzamento per l’impegno e la serietà degli alunni della classe IV A del Liceo Linguistico ‘Carlo Poerio’ di Foggia e per l’accurato percorso fin qui seguito sotto l’attenta guida della prof.ssa M. Carmela D’Apollo, sostenuta e coadiuvata dalla prof.ssa D’Amore, docente di lettere e storia. Durante l’incontro del 9 febbraio scorso con Edith Bruck e, prima ancora, del 21 gennaio con Nando Tagliacozzo, ho avuto modo di verificare quanto gli alunni siano stati ben preparati e motivati dall’insegnante alla storia della shoah, dell’antirazzismo e dell’antifascismo, e con quanto interesse e coinvolgimento emotivo abbiano letto il libro ‘Il pane perduto’ ed altre fonti. Malgrado la situazione sanitaria ancora incerta e la didattica a distanza, siamo riusciti insieme a rispettare finora gran parte del percorso prestabilito, organizzando, grazie anche alla dirigente Enza Maria Caldarella, alla direttrice della biblioteca provinciale, dott.ssa Berardi, e alla prof.ssa Maria Gambatesa, delegata dalla direttrice dell’UST regionale, dott.ssa M.A.Tatiana Episcopo, una mattinata in omaggio di Edith Bruck cui gli alunni hanno dedicato un repertorio di immagini dell’Ungheria degli anni del dopoguerra e di quelli recenti, un canto dell’alunna
Rebecca Venafro, la lettura di commoventi poesie dell’autrice e di domande interessanti anche sulla sua storia personale familiare. Questo percorso di lettura condivisa continuerà ancora e culminerà il 6 maggio prossimo quando rivedremo Edith Bruch e i ragazzi della IV A alle prese con la presentazione dei loro elaborati, prodotti, anche multimediali, che il libro avrà loro
ispirato. Saranno allora i ragazzi i veri protagonisti che daranno prova e testimonianza di quanto questa esperienza sia servita ad arricchirli e a farli crescere nel processo di apprendimento che ci vede uniti oggi insieme ai loro docenti, domani insieme ad altri, nella speranza di renderli più consapevoli e forti di fronte al male, all’ingiustizia e alla discriminazione sociale, a renderli capaci di leggere criticamente il presente e ad acquisire dal passato gli strumenti idonei a costruire un futuro migliore ( i lavori saranno pubblicati, come previsto dal progetto, sul sito di Progetto Memoria).
Esprimo, concludendo, la speranza di poter incontrare gli alunni della IV A e la prof.ssa D’Apollo a Roma, se non alla fine di quest’anno scolastico come da progetto, almeno all’inizio del prossimo, in una condizione socio-sanitaria migliore.
Bravi ragazzi, continuate così! Saluto cordialmente tutti. A rivederci al 6 maggio!

Anna Esposito

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