Scambio culturale Fürstenau-Foggia – 28/11/2022-05/12/2022. Resoconto dell’esperienza

Lo scambio culturale è un programma che consente a chi partecipa di vivere e lavorare o imparare in un altro Paese per un periodo di tempo. Oggi concentreremo la nostra attenzione sullo scambio che ha coinvolto il liceo Poerio di Foggia e l’IGS Gymnasium di Fürstenau, in particolare le classi seconde delle sezioni di tedesco del linguistico (2AL,2BL) ; organizzato dalle docenti Enza Bortone, Monica Trifiletti, in collaborazione con la docente tedesca Britta Nörenberg. Tutto è partito con un semplice scambio di lettere tra alcuni studenti italiani e alcuni studenti tedeschi e mesi dopo le professoresse decisero, per conciliare lo studio del tedesco in Germania con lo studio del francese a scuola, di intraprendere lo scambio culturale. Oggi entreremo nel vivo di questo viaggio intervistando alcuni studenti che ne hanno preso parte e ripercorrendo i momenti principali della settimana. Avendo vissuto una settimana intensa a 2000 km da casa da soli con una quotidianità diversa dal solito e con persone nuove, come vi siete trovati con la famiglia ospitante? <

Dopo aver vissuto questa esperienza particolare per la prima volta, sento di giudicarla molto positiva. Ho avuto la fortuna di trovare una famiglia ospitante aperta e disponibile a tutto, pronta per ogni imprevisto e sempre in guardia sul mio stato di benessere. Educati, gentili, volenterosi nel farmi vivere a pieno questa esperienza in meno di una settimana. Mi sono sentita a casa e accolta con piacere in una famiglia totalmente estranea che allo stesso tempo ha dato del suo meglio per non procurarmi alcun tipo di disagio.

Eleonora D’angelo (2 BL)


Sicuramente importante è stato instaurare un rapporto con la famiglia ospitante ma ancor di più con la propria host sister perciò come ti sei trovata con la tua partner tedesca?

Io mi sono trovata benissimo con la mia host sister, abbiamo un carattere abbastanza simile e ci siamo sempre capite subito. Non ci sono mai stati momenti di imbarazzo o eventuali incomprensioni, mi ha sempre fatto sentire come se fossi una vera sorella per lei. Un pomeriggio, dato che eravamo libere da gite o impegni, mi ha insegnato a giocare a FIFA, poiché lei ama il calcio; un altro abbiamo guardato una serie per ragazzi in tedesco ma con i sottotitoli in inglese per aiutarmi un po’: ci siamo divertite molto e abbiamo scoperto di avere gli stessi gusti riguardo a serie TV e film; un giorno mi ha anche presentato la nonna ed è stato bellissimo, mi sembrava di essere sua nipote: abbiamo conversato tutto il tempo solo in tedesco e mi ha raccontato dei viaggi che ha intrapreso per il mondo, mi ha offerto dolci tipici e non mi ha fatto sentire nemmeno per un secondo a disagio.

Eliana Cavallone (2AL)


Per gli italiani, si sa, il cibo è l’argomento più discusso e criticato quando si viaggia all’estero. Trovandoti in un altro territorio e assaporando tutto ciò che esso ha da offrirti, come hai trovato il cibo? Hai riscontrato abitudini culinarie differenti da quelle italiane?

Anche se le abitudini culinarie sono completamente diverse da quelle italiane ho provato tutto il cibo che mi veniva offerto e l’ho trovato buono, soprattutto i dolci. Ho trovato particolarmente bizzarra l’abitudine che hanno di mescolare dolce e salato durante i pasti. Spesso iniziavano il pranzo con qualcosa di dolce per poi passare al salato, oppure semplicemente mangiavano tutto assieme. In un pranzo in particolare sono rimasta stupita di come la mia corrispondente mangiasse una minestra tipica con l’aggiunta poi di polpette di carne e crema di mele.

Francesca Ferrara (2 BL)


Durante la visita dell’istituto e la lezione di teatro o di cucina, per citarne alcuni, svolte per contribuire alla socializzazione e lo scambio di idee, come hai trovato la scuola e le attività scolastiche interculturali?

Ho trovato la scuola e tutte le attività molto interessanti; infatti, sono state molto efficaci per instaurare un rapporto di amicizia sia con le ragazze tedesche che con gli studenti della 2AL. Sono state attività che non è possibile svolgere nelle scuole italiane, soprattutto la preparazione di dolci natalizi, e che quindi ho particolarmente apprezzato. Mi sono divertita nello svolgimento di ogni singolo progetto ideato dalle docenti, scoprendo di avere in comune con gli altri studenti che hanno partecipato allo scambio più cose di quanto credessi.

Aurora Bertozzi (2 BL)


Domanda abbastanza banale ma non per questo meno importante: cosa hai imparato da questa esperienza?

Da questa esperienza ho imparato sicuramente cose nuove. Faccio molta fatica a socializzare con le persone che non conosco, ma questo viaggio mi ha insegnato ad aprirmi di più con le altre persone. Diverse da quelle italiane sono le abitudini tedesche, per esempio togliere le scarpe appena si entra in casa, che è un’abitudine che la mia famiglia non adotta; mangiare cibo salato a colazione, al quale mi ci sono abituato solo dopo un po’; ma un’abitudine presente anche nelle famiglie tedesche è  quella di allestire, in tempo natalizio, un calendario dell’avvento. Questa esperienza mi ha cambiato molto e spero di rifarne altre in futuro.

Simone Affatato (2 AL)


Hai trascorso una settimana senza genitori, in un Paese diverso dall’Italia per abitudini e lingua, con persone che hai imparato a conoscere solo in seguito. Hai mai avuto nostalgia di casa? Ti sei mai sentito/a “solo/a”?

Ho sentito la mancanza della mia famiglia per lo più nel giorno del viaggio per arrivare in Germania, perché riuscivo a sentire la distanza che aumentava e con lei la nostalgia per i miei cari. Mi sono sentita sola in pochi momenti perché la mia corrispondente era molto gentile e molto propensa ad aiutarmi ad integrarmi in tutte le attività, le conversazioni e tutto ciò che facevano la sua famiglia e i suoi amici. Mi sono sentita sola soprattutto quando la sera prima di addormentarmi parlavo al telefono con i miei familiari che erano lontani da me.

Giulia Campanella (2 BL)


È certamente vero che con la globalizzazione abitudini culinari e stili di vita sono diffusi in tutto il globo ma, da Stato a Stato, qualcosa che cambia c’è sempre. Hai riscontrato delle differenze?

Di certo, in quanto ad abitudini culinarie, ho riscontrato molte differenze, soprattutto sugli orari dei pasti. Nella mia famiglia ospitante si facevano colazioni abbondanti, dopo poco (circa un’oretta) merenda, poi il pranzo e diverse merende durante il pomeriggio per poi arrivare alla cena che si teneva alle 18:00/18:30. Non sono abituata a mangiare così tanto durante la giornata e di certo è stata un’abitudine abbastanza strana dal mio punto di vista. Ciò che ho reputato ancora più strano era la colazione. Solitamente mangiavano panini con del formaggio all’interno o del burro e qualche salume. Forse è stata l’abitudine culinaria alla quale ho fatto più fatica ad abituarmi, soprattutto per il fatto che solitamente non faccio colazione e se mi capita mangio sempre qualcosa di dolce.

Ho notato che, almeno nella mia famiglia, consumavano parecchio formaggio e a tavola non mancava mai una bottiglia di succo di mela che ho scoperto essere particolarmente apprezzato dai tedeschi. Facevano anche un grande utilizzo di patate, che solitamente non apprezzo tanto ma che ho amato lì, e di dolci. Di certo non ho mai assaggiato dei dolci più buoni, l’abitudine di cucinarli tutti insieme l’ho apprezzata ancora di più del sapore dei dolci in sé. Infatti, con l’aiuto della nonna della mia corrispondente, ho contribuito anche io nella preparazione di alcuni di questi dolci.

Sicuramente questa è una delle tradizioni alla quale mi sono legata di più e che mi ha fatta sentire in famiglia.

Maria Grazia Murgo (2AL)


Molti di noi avevano vissuto una fitta corrispondenza con le ragazze tedesche prima di incontrarle, qualcun altro no. Tu sei una di quelle persone. Come ti sei trovata con la tua host sister?

Sin da quando abbiamo iniziato a parlare e a confrontarci tramite i messaggi ho subito capito che tra di noi sarebbe nata una sintonia. Abbiamo entrambe la passione per la danza e per la musica, è stato sicuramente divertente confrontare i nostri cantanti preferiti perché di lingue diverse. Ho passato una settimana davvero serena e divertente grazie anche alla mia partner che è riuscita ad integrarmi in ogni attività senza alcun problema.

Nicole Russo (2 BL)


Per arrivare lì c’è stata la necessità di usufruire di diversi mezzi di trasporto. Il tuo preferito?

Il mio mezzo di trasporto preferito è stato lo Sky Train. Consiste in una specie di tram che invece di spostarsi via terra si muove seguendo il percorso tracciato da una funivia a qualche metro d’altezza. Serve per collegare l’aereoporto di Düsseldorf a parcheggi per auto e stazioni ferroviarie, in modo da facilitare gli spostamenti dei turisti. Non avendolo mai preso in precedenza, è stata un’esperienza nuova. Non ero nemmeno a conoscenza dell’esistenza di un mezzo simile, in realtà.

Quando sono salita ero difatti meravigliata e ho riflettuto sullo sviluppo tecnologico tedesco, realtà molto diversa da quella del sud Italia. Sicuramente se ne avessi l’opportunità lo riprenderei ma non credo che si possa ripresentare l’occasione in quanto in Italia non sono presenti stazioni di Sky Train, e a parer mio è un vero peccato potchè oltre ad essere divertenti da utilizzare sono anche molto utili e comodi.

Silvia Solenne (2 AL)


Alla base di questa intervista c’è il tema di questa intraprendente esperienza che avete vissuto. Quali sono le tue opinioni in proposito?

Ho trovato l’esperienza culturale dello scambio uno dei momenti migliori che abbia vissuto. Ci sono stati tanti fattori che hanno contribuito a rendere questo viaggio migliore, sotto molti punti di vista differenti. Prima di tutto, il fatto che non fossi sola ma che anzi, fossi circondata da persone con cui sto bene, e con cui passo molto volentieri il mio tempo insieme. E poi si sa, i momenti migliori sono quelli passati con persone a cui vuoi bene. Altro punto è sicuramente il fatto di aver avuto la fortuna di essermi trovata bene con la famiglia che mi ospitava. Molto spesso, quando si parla di scambi culturali, ci sono persone che si ritrovano a vivere un momento che dovrebbe essere di gioia, come qualcosa di veramente brutto a causa della famiglia ospitante. Io, e sono sicura anche i miei compagni, non ho avuto assolutamente un problema del genere. La famiglia con cui ho vissuto per una settimana si è dimostrata rispettosa, gentile, disponibile e pronta ad aiutarmi per qualsiasi cosa. Una nota stonata c’è stata, però, ma non era qualcosa che dipendeva da loro. Non essendo mai stata lontana da casa per più giorni, inizialmente mi sentivo molto a disagio in una casa sconosciuta. Sicuramente ha contribuito anche il fatto di parlare due lingue totalmente differenti.

Anche per questo, all’inizio non riuscivo a capire più di tanto quello che dicevano se non qualche

parola sporadica, ma andando avanti con il tempo mi sono abituata e ho iniziato a comprendere vere e proprie frasi più articolate. Anche questo è stato un punto a favore della mia crescita personale e didattica. Un altro fattore è stato proprio quello di essere usciti dagli schemi a cui siamo abituati, ed esserci tuffati, da un giorno all’altro, in un mondo totalmente diverso dal nostro. Il fatto di essere in un paese straniero, senza conoscere quasi nessuno, senza le nostre famiglie e i nostri affetti più cari, ci ha fatto sentire tutti un po’ spaesati. Ma allo stesso tempo credo sia stato anche molto positivo: io, ogni giorno, mi sentivo sempre stimolata dal fatto che non fossi nella mia “comfort zone” e questo mi permetteva di affrontare al meglio tutte le giornate e di svegliarmi sempre con il sorriso. E poi ci sarebbe tanto altro da dire, cose che non si potrebbero esprimere a parole, tra cui i momenti passati a ridere a crepapelle con i tuoi storici- e anche nuovi- amici, quelli un po’ più tristi, dove la mancanza di casa era troppo forte, e quelli più dolci, i più simpatici e altro e altro. Per me, questo viaggio è stato caratterizzato da tante risate. Sulla pista di pattinaggio, mentre guardavamo un film, mentre mangiavamo una pizza tutti insieme, mentre pranzavamo ad orari improponibili per noi italiani, in giro per negozi, nei fast food, sui treni, persino a scuola e ancora in tanti altri piccoli luoghi differenti. Tutto questo insieme ha contribuito tantissimo alla nostra crescita dal punto di vista umano e didattico. Abbiamo imparato a stare con altre persone, ad adattarci nel giro di un giorno a nuove situazioni, e anche a parlare lingue diverse dal nostro italiano, ad assaggiare cibi che mai avremmo pensato di provare e che giudicavamo solo dall’apparenza, ad essere autonomi e responsabili per noi e anche per le persone che ci circondano. Un’altra cosa molto positiva è stata, per me, l’aver stretto ancora di più amicizia con persone che conosco da un anno e mezzo. C’eravamo sempre gli uni per gli altri durante questo viaggio, e sono sicura che questa cosa sarà persistente anche qui, in Italia. Non c’è nient’altro da aggiungere, se non che rifarei quest’esperienza altre mille volte, ora e subito.

Sara Bochicchio (2 AL)


Gli studenti e le studentesse delle classi vorrebbero infine ringraziare le docenti Enza Bortone,        Monica Trifiletti, Britta Nörenberg, Antoinette Ruggiero e la Dirigente Scolastica, Dott.ssa Enza Maria Caldarella, senza le quali tutto questo non sarebbe stato possibile.

Lavoro organizzato e redatto da: Nicole Russo (rappresentante della 2BL) Noemi Zingaro (rappresentante della 2AL)


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