Tutto Torna – Incontro con Leonardo Palmisano

L’incontro con Leonardo Palmisano, autore di “Tutto torna”, è il primo del progetto Leggo Quindi Sono – Le giovani parole 2019. Anche quest’anno ci siamo ritrovati tutti insieme, noi “giurati” del Poerio, per confrontarci con gli autori sui libri in concorso.

Per “Tutto torna” siamo partiti dal titolo: Palmisano ci ha detto di averlo scelto perché, quando si scrive un giallo, tutto deve tornare, in quanto è necessario che si lavori in equilibrio, gli eventi  che apparentemente non tornano, in realtà torneranno. Questo è il primo di una serie ed anche il più complicato, soprattutto per chi non è meridionale, in quanto è incentrato sulla struttura familiare e tradizionalista delle mafie. Si tratta di un gioco di ruoli, che gioca sulle personalità di ciascun personaggio. Il libro va considerato una “MINA ANCORA INESPLOSA”, le cui schegge  saranno all’interno dei romanzi successivi. È chiuso in sé ma allo stesso tempo lascia delle aperture per le storie che verranno.

Palmisano decide di introdurre nel suo romanzo un azzardo pericoloso, la figura di una bambina di mafia, nipote di un boss, Maria, vittima di un rapimento e di terribili conseguenze. Il personaggio si rifà ad avvenimenti reali, come ad esempio il caso di Palmina, una bambina costretta a prostituirsi e poi bruciata viva. Maria è stata difficile da costruire, l’autore ha infatti adottato una modalità di scrittura differente quando a parlare è lei.

Nel giallo i personaggi sono tutti tratteggiati attingendo al patrimonio delle conoscenze dell’autore, cronista d’inchiesta e studioso delle mafie. Alla domanda sui rappresentanti delle istituzioni descritti nel romanzo, che mentono tutti, Palmisano afferma che essi si basano, più che sulla menzogna, sull’omissione, sul finire del romanzo ogni “cattivo” raggiungerà in minima parte un proprio obiettivo, che non è sempre negativo.

L’autore, che si è occupato molto delle mafie in Italia e più nello specifico nel meridione, ci ha spiegato che soprattutto la ‘ndrangheta è molto influente e significativa in Germania, capitale dell’economia europea, dove l’azione mafiosa si è quadruplicata.

Interpellato sulle minacce ricevute dalla mafia nigeriana, Palmisano la descrive come un insieme di “nuovi Killer”, molti nascono addirittura nelle università, influendo anche sulle elezioni nigeriane, infatti la Nigeria stessa  è considerata il Paese più corrotto al di sotto dell’ equatore.

Sui rapporti fra mafia e religione, raccontati nel libro, l’autore ci ha spiegato che la mafia fa un uso totalmente iconografico della religione, che in questo caso non ha nulla a che fare con la fede.

In molti nostri interventi è emerso il problema della complessità del libro, che l’autore ci ha detto essere  voluto per far capire quanto siano complicati i sistemi mafiosi. Non ha voluto scrivere un giallo dove non ci siano sfumature, ma gli interessava far comprendere quanto la dimensione stessa dell’investigazione è complessa, e ci siano indagini che si arrestano perchè naturalmente si forma un blocco.

Come spesso accade, l’incontro ha chiarito le idee a chi di noi ha già letto il libro e agevolerà la lettura di tutti gli altri. L’interazione con noi ragazzi è stata piacevole ed interessante,  il dialogo è stato protagonista in quanto l’autore si è posto in maniera molto confidenziale, ha saputo spiegare intrecci della trama a cui solo lui poteva dare risposte e ha suscitato curiosità in coloro che erano ignari della storia. Ma soprattutto questa occasione ha ampliato la conoscenza del fenomeno mafioso, una realtà che ci è ancora troppo sconosciuta.

Francesca Martino e Chiara Cimino      (5^A Scienze umane)

LOCANDINA PALMISANO

 

Video realizzato da Giorgia Di Brita e Marika Anguilano classe 5C Scienze Umane

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